|
Direttore del volume Tito M. Tonietti
Collaboratori
Introduzione 1 La presente edizioneQuesto volume raccoglie i documenti mauroliciani attinenti alla musica e precisamente:
La scelta editoriale di pubblicare separatamente testi che, come vedremo, presentano molte affinità è stata dettata dalla complessità dei rapporti che legano i vari testimoni. Prima di tentare di dipanare, almeno in parte, questa intricata matassa, cerchiamo di illustrare il ruolo assunto dai testi musicali nella produzione scientifica di Francesco Maurolico. 2 Maurolico e la musicaSebbene non ci siano pervenute molte carte attinenti alla musica -- soprattutto qualora si faccia un confronto con temi più specificatamente matematici -- è noto che l'interesse di Maurolico per questa disciplina risale ai suoi anni giovanili. Nella Prefazione ai Grammaticorum rudimentorum libelli sex (c.7 r), pubblicati nel 1528, il matematico messinese annoverava infatti fra i suoi primi studi da autodidatta (``nullo praeceptore, per memet ipsum intellexi"), l'opera di Euclide, la trigonometria sferica di Teodosio, l'astronomia di Tolomeo e, appunto ``tamque Iordani, quam Boethi arithmetica et musica Elementa". Negli anni successivi, la cultura musicale di Maurolico si arricchì di altri autori, fra cui Guido d'Arezzo. Nella lettera a Pietro Bembo del 1540, pubblicata nel volume Cosmographia del 1543, Maurolico includeva infatti nella secunda sectio delle sue lucubratiunculas un Boetianae Musicae compendium seguito da Musicae speculativae et practicae compendium ex Guidone, aliisque authoribus: in quo vocum consonantium ac dissonantium ratio plene discutitur. Fra questi, l'unico che ci è pervenuto è il compendio del trattato di Boezio. In quello stesso periodo Maurolico -- stando alle parole del Baron della Foresta, autore di una biografia dello scienziato -- prendeva parte con diletto ai canti di chiesa, sia nella sua abbazia di Castelbuono che in Messina1. Questa notizia suggerisce un vivo interesse anche per l'aspetto non strettamente speculativo della musica, ma essa non deve tuttavia suscitare eccessiva meraviglia, perché questa disciplina era sempre stata parte integrante della formazione dei sacerdoti e degli adepti degli ordini religiosi. La notevole ammirazione espressa dal messinese per i musicisti ed i suonatori di flauto, inclusi fra gli artisti ed i filosofi che avevano reso fortunato il suo secolo2 non impediva, tuttavia, che Maurolico preferisse lo studio delle basi scientifico-matematiche delle teorie musicali. Nei documenti mauroliciani, infatti, i trattati di argomento musicale vengono spesso accostati a quelli aritmetici, poiché l'aritmetica veniva tradizionalmente considerata come una disciplina propedeutica allo studio della musica speculativa. Questo concetto, largamente diffuso, venne ribadito anche nella famosa lettera scritta a Juan de Vega nel 1556. In essa Maurolico cita la musica quando spiega che, così come l'aritmetica, scienza delle quantità discrete, è propedeutica alla comprensione della musica, la geometria, scienza delle quantità continue, è propedeutica all'astronomia ed alla prospettiva3. Nell'Index lucubrationum del 1558, annesso al volume degli Sphaerica, non si trova alcun riferimento ai compendi musicali: l'unica opera che viene citata è un sermo dal titolo De musica che appartiene ad un elenco di sedici ``Prologi sive sermones" in cui vengono esposti gli aspetti fondamentali -- secondo la personale ottica dell'autore -- di alcuni temi di particolare interesse4. Gli interessi musicali di Maurolico si risvegliano nella seconda metà degli anni Sessanta. Il più importante manoscritto musicale giunto fino a noi, il Par.Lat. 7462, contiene infatti appunti e studi distribuiti fra il 1566 ed il 1570, ma risalenti in gran parte al 1567. Nel giugno del 1567 Pietro Barresi, principe di Pietraperzia5, chiedeva a Maurolico di aggiungere e considerare altri argomenti musicali e tra di essi le medie: nella carta 7v, dedicata a questo tema, si trova infatti scritto ``ad instantiam d. Petri Barresi principis et stratego(tis)''. Barresi, all'epoca stratigò di Messina, aveva dato vita ad una sorta di `corte' rinascimentale in cui venivano coltivate le arti e la musica. La frequentazione di questo ambiente e dello stesso Barresi, che si dilettava di matematiche, rende plausibile l'ipotesi che Maurolico abbia partecipato alle attività musicali della corte6. È possibile inoltre che Pietro Barresi, vicino agli ambienti della Compagnia di Gesù, che in quegli anni stava cercando di fondare a Messina uno Studio Universitario, diventasse uno dei canali che vennero a crearsi fra Maurolico ed i Gesuiti7. Poiché il Collegio di Messina non disponeva di insegnanti qualificati per le materie di carattere scientifico, dopo l'apertura dei corsi superiori, avvenuta nel 1565, i Gesuiti coinvolsero Maurolico sia nell'attività didattica sia nella progettazione di una serie di compendi da utilizzare non solo a Messina, ma in tutti i Collegi ed Università della Compagnia. Nel 1569, infatti, all'anziano matematico (ormai ultrasettantenne) venne assegnato l'incarico di lettore di matematiche nell'Università di Messina; tra le discipline relative compariva anche la ``musica speculativa''8. Per quello che riguarda, per così dire, la manualistica, nel 1567 Maurolico aveva elaborato l'Index Rerum Tractandarum, un proprio progetto enciclopedico in cui veniva sostanzialmente riorganizzata in tredici volumi l'intera sua produzione scientifica riassunta per compendi9. Il sesto volume, di cui pubblichiamo di seguito l'indice, era dedicato alla musica.
Se si legge l'intero progetto enciclopedico secondo le propedeuticità espresse dall'Ordo congruus compendiorum e dall'Ordo servandus in legendis operibus, contenuti nel manoscritto Par. Lat. 7466, si dispone di un quadro esauriente della didattica mauroliciana e del ruolo che in essa gioca la musica. Va tuttavia osservato che le due versioni dell'Ordo registrano una variazione nella posizione attribuita alla musica nella successione dei temi da trattare. Nell'Ordo congruus compendiorum, di seguito all'aritmetica compare, come era prevedibile, la ``Musica ex Boetio, ex Graecis authoribus, ex Fabro. His additur compendium nostrum theoriam vocum et consonantiarum [modorum modulationum] omnem paucis comprehendens"10. Nell'Ordo servandus, redatto nel 1570, aritmetica e musica vengono in parte separate: l'aritmetica di Nemorario e di Maurolico viene posta fra la trigonometria sferica e la geometria archimedea, mentre la ``Boetii Arithmetica et Musica, cum compendio Jacobi Fabri et tractatu nostro brevissimo" figura fra la teoria delle coniche ed i trattati di prospettiva11. Nel 1568 Maurolico redasse una nuova versione del suo Index lucubrationum, trasmessoci dal manoscritto Par. Lat. 7466, in cui figurava tanto il De musica nell'elenco dei sermones quanto il Compendium Musicae Boetii cum quibusdam scholiis ad intervallorum proportionem facientibus. Si noti che nell'Ordo congruus compendiorum e nell'Ordo servandus in legendis operibus che seguono l'Index, Maurolico accenna per la prima volta ad un ``compendium nostrum" che comprende in pochi tratti tutta la teoria delle note e delle consonanze (``tractatu nostro brevissimo"([Clagett 1974, pp. 188-189.]). Nelle successive redazioni degli Indices non si registrano variazioni di rilievo, dato che nell'Index pubblicato negli Opuscula Mathematica, assieme al De musica troviamo un Compendium Boetianae Musicae, cum optimis speculationibus et calculo ac modulatuum ratione et systematum proportione, mentre nell'Index annesso alla Vita dell'Abbate del Parto, compare ancora il De Musica ed il Compendium boetianae musicae, cum optimis speculationibus et calculo. Questa rapida carrellata si conclude con la lista dei ``Libri dell'Abbate Don Francesco Marolì da stamparsi'', stilata dagli eredi attorno alla metà del Seicento. Il fatto che nell'elenco sia incluso il titolo ``Nonnulla ad Musicae Theoricam spectantia''12 documenta che all'epoca gli eredi del matematico messinese erano ancora in possesso di manoscritti mauroliciani attinenti alla musica. 3 I testimoniCome si è detto in precedenza, i testimoni che ci sono pervenuti sono il manoscritto parigino Par.Lat. 7462 -- pubblicato in questo volume con il titolo di Musica -- le Musicae Traditiones e l'autografo claviano appartenente al codice Fondo Curia 2052. Si ha inoltre notizia di un compendio dal trattato di Boezio contenuto nel Codice Villacanense, probabilmente distrutto nel terremoto che colpì Messina nel 190813. Un excursus della storia dell'autografo claviano, ad esempio, non può che prendere le mosse dalla lettera datata 16 aprile 1569, inviata da Maurolico al Padre Generale della Compagnia di Gesù, Francisco Borgia, per chiedere il patrocinio per la pubblicazione di alcuni compendi. Al fine di portare a compimento tale lavoro, il matematico messinese chiedeva l'aiuto di Cristoforo Clavio (``eius opera in recognitione aut correctione nostrarum lucubrationum desiderassem"14). Nonostante le pressioni esercitate in questo senso, Clavio arrivò nell'isola solo nel 1574. Clavio visitò l'anziano matematico, il quale -- stando alla testimonianza del Barone della Foresta -- gli affidò le opere di ottica perché venissero pubblicate. In seguito Clavio affermava, in una lettera del 1581, di avere posseduto il manoscritto del De lineis horariis prima che venisse stampato negli Opuscula15. Per quanto riguarda le carte claviane sulla musica, sembra certo che Clavio debba aver visto --- a Messina o a Roma --- oltre ai testi che furono poi stampati a Venezia con il titolo di Musicae traditiones anche altri manoscritti musicali mauroliciani, come risulta da un confronto fra il suo autografo e il testo veneziano. Allo stato attuale della ricerca non disponiamo di documenti che possano chiarire cosa vide precisamente Clavio e dove; tuttavia si può ricavare qualche informazione da una collazione ravvicinata fra il testo della Musica, il manoscritto claviano e le Musicae traditiones pubblicate negli Opuscula. Tanto per cominciare la Speculatio super consonantiis (Musica, p. IV) non compare nel testo delle Musicae traditiones mentre è presente, almeno in parte, nell'autografo claviano. Inoltre il testo del compendio di Boezio, presente nel manoscritto di Clavio, non coincide con quello delle Musicae traditiones. Infatti, a parte varianti formali di poco conto, ci sono parti del testo claviano che non sono presenti nelle Musicae traditiones e, viceversa, brani di queste non presenti in Clavio. Per esempio, la frase che nelle Musicae traditiones introduce la tabella 1:
nel testo claviano suona:
Inoltre in Clavio sono riportate per il semitono maggiore e minore le limitazioni mauroliciane presenti nel testo della Musica, invece di quelle piú grossolane fornite dal testo delle Musicae traditiones, riprese da Boezio: nella Musica si dimostra che il semitono minore è maggiore di tre comma e mezzo (contro i tre comma di Boezio) e che quello maggiore è superiore ai quattro comma e mezzo (contro i quattro di Boezio). La tabella dell'icosicordo di Guido d'Arezzo, presente in tutti e tre i testi, contiene due errori solo in quello delle Musicae traditiones che legge erroneamente 1225/64 (invece di 1125/64) e 2522/32 (invece di 2225/32 ). Quanto detto basta a provare la dipendenza del manoscritto claviano anche da testi non presenti nell'edizione veneziana. Tuttavia esistono differenze anche fra il testo della Musica e quello di Clavio. Clavio chiama la divisione del tono, in due parti diseguali, ``Apotome'' e ``Diesis'', come nella tabella delle Musicae traditiones. Mentre Maurolico nella tabella 6 relativa della Musica aveva scritto per la stessa divisione del tono ``maius'' e ``minus''. Alcuni brani presenti in Clavio non compaiono invece nella Musica. In particolare, nel manoscritto claviano è presente una tabella intitolata ``Tropi'' che manca sia nella Musica, sia nelle Musicae traditiones.
Il titolo ``Repastinatio'' e le prime frasi della sezione non si trovano nella Musica.
Nella 32r Maurolico aveva scritto:
Ma nel manoscritto di Clavio, ad una variante di tale frase, ne seguono altre le quali non si trovano nella Musica.
Qui Maurolico aveva poi proseguito con
E nel manoscritto di Clavio si leggono anche alcune leggere varianti:
La pubblicazione delle Musicae Traditiones, d'altra parte, è legata alla complessa ed oscura vicenda editoriale degli Opuscula. Il breve trattato musicale, assieme ad altri testi di varia natura, fra cui il compendio dei libri `solidi' degli Elementi, il De lineis Horariis, il De sphaera e gli Arithmeticorum libri duo, venne affidato al tipografo-libraio Comencini che si stava recando a Venezia. Ma i manoscritti vennero poi ceduti, per problemi economici, a Francesco de Franceschi che pubblicò il volume miscellaneo dal titolo Opuscula Mathematica17. Per una curiosa coincidenza, il destino aveva infine consegnato le teorie musicali mauroliciane allo stesso editore del teorico della musica più noto all'epoca, ovvero Gioseffo Zarlino. Per chiarire quali rapporti di dipendenza, almeno per quello che riguarda i contenuti, leghino il manoscritto Par.Lat. 7462 alle Musicae Traditiones e al codice Fondo Curia 2052, mettiamo a confronto i temi trattati nella seguente tabella:
Un esame di questa tabella mette in luce da una parte che il testo più completo è quello conservato nel manoscritto parigino, dall'altra rende comunque chiaro che le lacune presenti in uno o più testimoni possono colmarsi con l'aiuto dei rimanenti. Per fare alcuni esempi, possiamo osservare che le venti proposizioni della Musica si completano con le trentadue stampate nell'edizione del 1575, che l'elenco dei ``Tropi", si può ricostruire con il riassunto fatto da Clavio, oppure che le notizie sugli authores, appena accennate nella Musica, sono molto più dettagliate sull'edizione a stampa. Le principali differenze che emergono da un confronto tra la Musica e le Musicae Traditiones riguardano in parte la scelta dei contenuti, in parte la diversa ampiezza di trattazione riservata ai temi comuni. La discrepanza più rimarchevole riguarda naturalmente il compendio dell'opera di Boezio, presente solo nel testo a stampa e nel riassunto di Clavio. La mancanza del compendio boeziano fra i manoscritti mauroliciani, tuttavia, sembra dipendere più dalle vicissitudini che essi subirono, piuttosto che da una reale volontà dell'autore. Infatti tale compendio, contenuto nel Codice Villacanense, faceva parte del corpus delle carte mauroliciane fino all'inizio del Novecento. Va tuttavia osservato che nella Musica sono contenute anche critiche a Boezio, accusato ad esempio dal messinese di trattare i termini di una successione geometrica come se appartenessero ad una successione aritmetica, per risparmiarsi calcoli lunghi e complessi. Nel manoscritto, per la proprietà in esame, troviamo la dimostrazione nuova originale, molto breve ed elegante,18 offerta da Maurolico. Di essa non resta traccia nelle Musicae Traditiones, le quali conservano soltanto un piccolo cenno all'errore di Boezio. Boezio, inoltre, aveva liquidato come impossibile la divisione del tono in due parti uguali: nella carta 27v della Musica, Maurolico esegue calcoli per verificare quest'affermazione e lascia indicata la media proporzionale fra 8 e 919. La Musica quindi, a differenza delle Musicae Traditiones, è in grado di restituire i contributi di Maurolico alla tradizione pitagorica. Offre inoltre la Regula compositionis e la Regula subtractionis come procedura generale per calcolare le proporzioni della musica, laddove nelle Musicae traditiones rimangono soltanto i risultati riassunti nella tabella finale. Anche se meno ricche, le Musicae Traditiones si presentano, a differenza della Musica, come un testo completo e dotato di una propria autonomia. Per fare un esempio, nell'introduzione relativa al suono e alle proporzioni musicali, la Musica resta mutila, poiché si arresta al punto 20 con una frase incompleta, alla quale vanno ad aggiungersi poche altre righe in fondo alla carta 31r20. Inoltre, mentre nell'edizione a stampa all'argomento degli authores, da Mercurio a Pitagora, viene riservata l'intera pagina 159, nel manoscritto si trova solamente un breve accenno a Mercurio. L'unico capitoletto presente al completo nei due testi è quello dedicato ai precetti per la composizione dei pezzi musicali. Il legame diretto fra la Musica e le Musicae Traditiones è evidenziato da un errore di Maurolico presente nella Figura 31 della Musica (a proposito del Systematum calculus) che si ritrova identico nelle Musicae Traditiones. Tuttavia, in una delle poche pagine delle Musicae Traditiones in comune con la Musica, è stato inserito un errore nuovo il quale non è presente nel manoscritto. Nella stampa, al numero 105, si cita di Boezio il ``3 Arithmetiae'', il quale libro neanche esiste, mentre nella Musica (VII, 2) si cita giustamente il ``3 Musicae''. La natura dell'errore lascia immaginare l'intervento di mani qualificate (o che si autoconsideravano tali) nella cura del testo a stampa. Difficilmente poteva essere stato Maurolico stesso a farlo. La congettura, su chi altri potessero esserne responsabili, viene argomentata altrove21. Comunque l'``Ordo Compendi'' (VIII, 53), a parte la mancanza di Boezio, non corrisponde all'ordine degli argomenti nelle Musicae Traditiones. Qui la ``Octochordis Lyra'' è assente; l'ordine tra ``Instrumentorum authores'' e ``Cantus praeceptiones'' è invertito; manca altrettanto la ``Notularum proportio''. Si può pertanto concludere che, mentre la Musica presenta un'elaborazione personale delle tematiche musicali classiche, arricchita dai contributi originali di Maurolico, le Musicae Traditiones, limitandosi alla presentazione delle tradizioni consolidate, assumono piuttosto l'aspetto di un testo destinato all'insegnamento nelle scuole dirette dai Gesuiti. La complementarietà di questi testimoni ha suggerito la pubblicazione di entrambi, poichè se da una parte il manoscritto si presenta come il testo più ricco ed interessante, dall'altra l'edizione a stampa lo completa dando una visione più organica delle teorie musicali ex traditione Maurolyci. Il frammento dal San Pantaleo contiene soltanto calcoli ed uno schema di proporzioni, ma di quelli già presenti ampiamente nella Musica. 4 Problemi aperti: un rompicapoDa quanto siamo venuti dicendo appare chiaro che, almeno allo stato attuale degli studi, rimangono diversi problemi aperti. Principale dei quali è quali e quanti scritti Maurolico avesse prodotto nel campo della musica; e quante copie di essi furono fatte, da chi e in che occasioni. In particolare non è chiaro quale e quanto materiale arrivò a Venezia e se esso fu tutto effettivamente stampato nelle Musicae traditiones. Da un lato sappiamo che, nella lista dei libri e manoscritti ``apud haeredes Sylvestri Maurolyci", stilata attorno alla metà del Seicento, fra le opere ``da stamparsi" figuri il titolo ``Nonnulla ad Musicae Theoricam spectantia"([Moscheo 1988b, p. 418]), il che indurrebbe a pensare che almeno alcuni scritti originali siano rimasti a Messina. Alla stessa conclusione, ci conduce la descrizione del Villacanense fatta dal Macrì, in cui è esplicitamente citata l'esistenza di una Musica Boetii autografa di Maurolico, sotto forma di compendio. Ne consegue che una versione del compendio da Boezio forse diversa, forse coincidente con quella stampata nelle Musicae traditiones deve essere rimasta in freto siculo fino agli inizi del Novecento. Si pone cosí il problema di quante versioni ``originali'' dei suoi scritti musicali disponesse Maurolico; e, nel caso si trattasse di una sola opera piú o meno unitariamente concepita, di quante copie ne furono fatte. Colpisce in particolar modo il fatto che parte dei testi presenti nella Musica si ritrovino anche nella stampa veneziana, cosa che sembrerebbe indicare che, alla luce delle notizie qui sopra riportate, a Venezia furono inviate copie e non autografi. D'altra parte, abbiamo la certezza che Clavio qualche cosa aveva pur copiato. E, piú in generale, sappiamo che, già negli ultimi anni della vita di Maurolico, era iniziato un processo di copiatura della sua opera. Degli Arithmeticorum Libri Duo, poi stampati anch'essi a Venezia nel 1575, ci rimane una copia non autografa nel Vat. Lat. 3131 (siglum C14). Anzi, nella dedica con data 1 dicembre 1568 al cardinal Marco Antonio Amulio, Maurolico diceva che la copia era stata eseguita dal nipote Francesco, futuro Baron della Foresta, e che egli però non l'aveva scritta bene come avrebbe voluto22. Cristoforo Grienberger scriveva inoltre al Clavio, il 20 gennaio 1608, che il nipote di Maurolico Silvestro Marolì aveva fatto copie di ogni libro23. A complicare il quadro, bisogna però aggiungere inoltre che una lettera scritta dal Padre gesuita Doménech, datata 17 settembre 1574, sollecitava la stampa degli Opuscula in ragione del fatto che a Messina non ne era rimasta alcuna copia:
Questo passo da un lato sembra deporre a favore dell'ipotesi della spedizione a Venezia degli originali mauroliciani, dall'altro rende evidente l'interesse nutrito dai Gesuiti verso gli Opuscula. È probabile che questa miscellanea abbia conosciuto una certa diffusione nell'ambito dei Collegi della Compagnia, almeno per quanto riguarda il trattato musicale. Infatti, nell'edizione della Bibliotheca selecta del Possevino, pubblicata dopo l'adozione della ratio studiorum del 1589, si fa cenno ai testi adottati nei Collegi e Maurolico viene sorprendentemente citato solo come autore di musica pratica e speculativa25. Non arrischieremo in questa sede ipotesi sulle possibili soluzioni di questo rompicapo, limitandoci a registrare una situazione di sostanziale incertezza su quale fosse la consistenza reale della produzione musicale di Maurolico e sulla diffusione dei suoi scritti in materia26.
1 ``Ne tutto che allettato dalle scienze e compositioni Mathematiche, e speculationi intellettuali, trascuraua egli punto quella parte, che reca maggior prò all anima, ed alla salute, recitando con sommo affetto, ed attentione il diuino officio, frequentando i Monasteri, e Conuenti de Religiosi, e le Chiese, ed in particolare quella di San Gio:Battista de Cauaglieri Gierosolimitani, nella quale udiuasi assiso in Choro cantar souente con festeuole sembiante" ed ancora ``Quiui [in Castelbuono] dimorava il buon Pastore con la sua diletta greggia, salmeggiando con essi loro in Choro, ed attendendo in camera alla speculatione Mathematica", Vita dell'Abbate del Parto 2 Il passo è tratto dalla lettera a Juan de Vega: ``O felix seculum, o auream temporis huius aetatem, quando te authoe, non solum architecti ad propugnacula et pontes extruendos montesque perforandos aut demoliendos, non solum sculptores ad fontes et templa exornanda, non solum machinatores, fabri, pictores, tibiicines, musicique praestantissimi, publice conducuntur, sed etiam rethorum ac philosophorum ad commune commodum opera exquiritur", [Macrì 1901, p. lxxv]; [Moscheo 1998b, p. 305]. 3 ``Item tam discreta quam continua quantitas aliis aut aliis apllicata rebus, aliam atque aliam generat scientiam, quae arithmeticae, ut calculus, rhytmica, musice: aut geometriae subiacet, ut astronomia, geographia, chorographia perspectiva, de quibus postea latius loquemur", [Macrì 1901, p. liii]; [Moscheo 1998b, p. 291]. 4 Più precisamente, i titoli dei sermones sono: ``De divisione artium, De quantitate, De proportione, De Mathematicae authoribus, De sphaera, De cosmographia, De conicis, De solidis regularibus, De operibus Archimedis, De quadratura circuli, De centris, De instrumentis, De calculo, De perspectiva, De musica, De divinatione". Per maggiori informazioni su tali sermones, si veda [Clagett 1974]. 5 Barresi era diventato il nuovo mecenate di Maurolico dopo la scomparsa di Simone Ventimiglia. 6 [Moscheo 1998b, pp. 168-169.] 7 Per un'analisi del rapporto tra Maurolico e la Compagnia, si veda [Moscheo 1998b] Si confronti anche con T.Tonietti, Sulla Musica di Francesco Maurolico, in corso di pubblicazione su ``Physis'', per le critiche qui sollevate. 8 ``legere infrascrittam lectionem totius mathematice discipline consistentem videlicet: in giometria, artemetica speculativa, astrologia, musica speculativa, prospettiva et omnium aliarum rerum et instrumentorum quae ad hanc scienciam mathematicam spectant et requirunt", [Moscheo 1998b, p. 334]; [Macrì 1901, p. lxxix-lxxx]. 9 Questo progetto ci è stato trasmesso dal codice Par.Lat. 7471 e si trova pubblicato in [Moscheo 1988b, pp. 533-547]; ristampato anche in [Moscheo 1998b, pp. 320-322]. 10 [Clagett 1974, p. 188]; [Moscheo 1998b, p. 347]. 11 [Clagett 1974, p. 189]. 12 [Moscheo 1988b, p. 418]. 13 Nella descrizione del codice riportata nel lavoro di [Macrì 1901], si legge: ``musica''.... ``17. Boetii arithmetica (pag. 208 a 212). Le più utili teoriche di Boezio ridotte in un compendio che termina con le parole: Catanae die 28 januarii 1554. Lector vale; caetera in quibus Boetius speculatur, plus habent fastidii quam jucunditatis; ideoque negligenda duximus. 18. Musica Boetii (pag. 213 a 218). Opuscolo del tutto simile al precedente.'', pp. xxiii-xxv. Se il compendio dall'Arithmetica di Boezio porta la data 28 gennaio 1554, il trattato musicale, invece, sembra non recare alcuna datazione. 14 La lettera si trova pubblicata da [Moscheo 1988b] e più recentemente da [D'Alessandro, Napolitani 2001]; Cfr. [Sutto 1998] 15 [Sutto 1998 p. 116] 16 Maggiori dettagli con la valutazione del loro senso si trovano in T.Tonietti, Sulla Musica di Francesco Maurolico, cit. 17 L'intera vicenda si trova descritta, per quanto possibile, in [Moscheo 1998b] 18 Per un'analisi si veda T. Tonietti, Sulla Musica di Francesco Maurolico, cit. 19 Come spiegato in T.Tonietti appena citato, affiora qui il problema se considerare legittimo o meno l'uso dei numeri irrazionali. 20 Nelle Musicae Traditiones, come abbiamo detto, lo stesso tema è sviluppato in 32 punti. 21 T.Tonietti, Sulla Musica di Francesco Maurolico, cit. 22 [Moscheo 1988b, p. 277 e seguenti]; [Moscheo 1998b, pp. 181-182]. 23 [Clavius 1992, II, p. 8.]; [Moscheo 1988b, p. 62]. 24 [Clavius 1992, II, p. 8.], [Moscheo 1998b, p. 223] . 25 [Moscheo 1998b, pp. 222-223]. 26 Il rompicapo viene discusso a fondo altrove, dove sono anche delineati gli scenarî alternativi capaci di risolverlo: cfr. T.Tonietti, Sulla Musica di Francesco Maurolico, cit.
|