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A cura di Jean-Pierre Sutto
Introduzione La Vita dell'Abbate del Parto D. Francesco Maurolico venne pubblicata a Messina nel 1613. Il suo autore è Francesco, Barone della Foresta, nipote del matematico, che scrisse questa biografia, come si legge nella prefazione, su richiesta del fratello Silvestro1. Si può ipotizzare che lo scopo originario dell'operetta fosse quello di disporre di un'adeguata introduzione per l'edizione dei numerosi manoscritti mauroliciani che i nipoti avevano ricevuto in eredità. Per quale motivo abbiamo deciso di pubblicare nuovamente questo breve scritto di sole 25 pagine? In primo luogo, questa biografia, pubblicata a soli 38 anni dalla morte del matematico messinese, rappresenta la prima delle biografie mauroliciane. L'autore, inoltre, che figurava come uno degli eredi dei libri e dei manoscritti di Maurolico, mostra di essere particolarmente informato sulle vicende biografiche dello zio, avendo trascorso con lui gli ultimi quindici anni della sua vita. La ragione più importante, tuttavia, è che questo piccolo libro rappresenta la fonte principale delle nostre conoscenze, invero assai lacunose, della vita di Maurolico: il tempo trascorso - cinque secoli - i numerosi terremoti che hanno devastato la Sicilia, in particolare quello del 1908 che distrusse quasi completamente Messina, hanno infatti considerevolmente ridotto il numero delle fonti e degli archivi. La biografia del Barone della Foresta, costituí inoltre il riferimento essenziale per tutte le biografie che la seguirono, tanto che queste si ridussero spesso a semplici parafrasi, via via più commentate ed arricchite sia a seguito del rinvenimento di altre fonti, sia a causa dei diversi criteri storiografici che si susseguirono nel corso dei secoli. La validità di questa biografia ci è testimoniata dai numerosi riscontri che sono emersi dal controllo incrociato di altre fonti, prime fra tutte gli scritti autografi di Maurolico, ovvero le opere e le rispettive prefazioni, spesso scrupolosamente corredate di data e luogo, alcune lettere ed infine il Sicanicarum rerum compendium, una storia della Sicilia in cui il matematico messinese inserí anche alcuni elementi autobiografici2. Le notizie che sono emerse confermano quasi sempre, per quanto abbiamo potuto verificare, le affermazioni del Barone della Foresta il quale, non dimentichiamolo, poteva consultare personalmente gli archivi di Maurolico, avendoli ereditati assieme al fratello. Nonostante alcune rettificazioni e precisazioni che si rendono necessarie, ma che non cambiano la sostanza delle informazioni che ci fornisce, la biografia può dunque dirsi complessivamente attendibile. Il lettore deve tuttavia tenere conto di alcuni limiti. Anzitutto il testo è estremamente celebrativo ed è scritto con uno stile ampolloso, conformemente a quanto suggerivano i dettami stilistici dell'epoca in materia di elogi. I numerosi riferimenti alla Chiesa ed ai suoi prelati da una parte ed alla famiglia Ventimiglia dall'altra, stanno a caratterizzare non solo l'ambiente fortemente religioso e feudale in cui visse Maurolico, ma mostrano anche come la situazione in cui scriveva il suo biografo, all'inizio del XVII secolo, non fosse sostanzialmente mutata. Per alcuni versi questo scritto potrebbe essere considerato come un testo promozionale. All'epoca della sua stesura e della sua pubblicazione - che avvennero in tempi diversi - i nipoti stavano infatti inutilmente tentando di trovare dei finanziamenti per pubblicare i numerosi manoscritti inediti che avevano ricevuto in eredità. Il desiderio di pubblicare l'opera mauroliciana si legge chiaramente fra le righe della biografia e questa impressione viene rafforzata dai due scritti che la seguono: un repertorio di citazioni di Maurolico e delle sue opere reperibili nei testi scientifici dell'epoca ed una nuova edizione dell'Index lucubrationum, ovvero l'indice delle opere pubblicate ed inedite del matematico messinese. È opportuno altresí segnalare che lo scritto riporta poche date. La biografia segue un andamento assolutamente lineare, dalla nascita alla morte, interrompendosi talvolta per lasciare spazio all'elencazione di alcune opere oppure a qualche digressione - ricordiamo in particolare l'intera pagina dedicata alla scoperta dei resti di San Placido. Bisognerà quindi accogliere con cautela alcuni riassunti, che condensano in poche frasi avvenimenti relativi a diversi anni. Purtroppo è molto raro che gli anni di cui questa biografia non rende conto siano poi stati ricostruiti in quelle successive. Per concludere vogliamo osservare che i numerosi riferimenti all'astrologia, ai simboli celesti e ad altre superstizioni si devono ascrivere esclusivamente alla responsabilità del biografo e dell'epoca in cui egli scriveva: Maurolico fu certamente molto più riservato in merito a queste pratiche. Anche se viziata dai limiti che sono stati messi in luce, la biografia del Barone della Foresta presenta dunque un panorama unico degli avvenimenti che caratterizzarono la vita - almeno quella pubblica - di Maurolico. I fatti riportati e le informazioni che si possono ricavare sono numerosi e costituiscono un valido punto di partenza per un'analisi a tutto tondo del personaggio Maurolico. Alcuni passaggi rendono con estremo realismo quello che fu l'uomo: ci riferiamo in particolare all'invito, rivolto dal matematico agli astanti, all'osservazione del sole, paragonato ad un gioiello, oppure alla descrizione degli ultimi giorni di vita di Maurolico. Sembra di ``sentir parlare" Maurolico e non si avverte alcuna stonatura a sentir pronunciare quelle parole dall'uomo serio ed austero che ci viene descritto dalla biografia e dal ritratto. Secondo Rosario Moscheo questa biografia venne scritta fra il 1592, anno in cui Silvestro, fratello del biografo, fu nominato abate di Roccamatore - fatto che è menzionato nel testo - ed il 1605, data probabile della morte dell'autore3. L'opera, come si è detto, venne poi pubblicata a Messina nel 1613 ed è da questa edizione che abbiamo tratto il testo che presentiamo. Abbiamo tuttavia escluso la lettera dedicatoria di Silvestro Maurolico a Giovanni III Ventimiglia, marchese di Gerace e Principe di Castelbuono, datata 20 novembre 1613, una serie di sonetti e versi in gloria di Maurolico, il catalogo degli autori che citano il matematico e l'edizione del suo Index lucubrationum. 1 Francesco Marulí, Barone della Foresta, Vita dell'Abbate del Parto D. Francesco Maurolico, Messina 1613, prima pagina della prefazione numerata a2. 2 In relazione a quest'opera si veda il manoscritto con segnatura Fonds Latin 6177 della Bibliothèque Nationale de France e l'editio princeps F.Maurolico, Sicanicarum Rerum Compendium Maurolyco Abbate siculo authore, Messina 1562. 3 Rosario Moscheo, Francesco Maurolico tra Rinascimento e scienza galileiana. Materiali e ricerche, Società messinese di Storia Patria, Messina 1988, p.26.
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