APUG, Fondo Curia 2052
È un volume composito, contenente una cospicua serie di opuscoli
di vario sesto e contenuto, ascrivibili ad un periodo compreso tra la fine
del XVI e la prima metà del XIX secolo. Le carte mauroliciane, in
esso tramandate, tutte di uguale formato (mm138x210), vergate in maniera
ordinata, elegante, con grafìa minuta, margini rigorosamente mantenuti
(più ampi quelli esterni rispetto a quelli interni, essendo i primi
utilizzati per richiami, glosse e notazioni ed aggiunte varie). Nella numerazione
aggiunta a matita, sul margine inferiore destro, da padre Gramatowski,
durante l'ispezione delle stesse cc., queste sono 71, distribuite in 5
gruppi distinti, alcuni dei quali formati da "quaderni" regolarmente cuciti
con filo piccolo. Probabilmente si tratta di lacerti appartenuti ad un
primitivo codice, ben più ampio, ed omogeneo.
Le cc. 1-31 comprendono una serie di opuscoli mauroliciani, parzialmente
noti a stampa o esistenti in autografo tra le cc. mauroliciane della Bibliothèque
Nationale di Parigi, la paternità mauroliciana di tali opuscoli
è attestata, oltre che dalle intestazioni singole, che riportano
la sigla F. M., da una nota ms. di altra mano posta sul margine destro
della prima carta, in linea con la prima intestazione, che recita:
Francisci Maurolyci | astrolabium et alia | opera, exscripta | manu
P. Christoph.i | Clauii e soc. Jesu.
La nota avverte anche che tali cc. sono autografe del Clavio, che avrebbe
tratto personalmente copia degli opuscoli. A tali cc., residui probabili
di un unico corpus di scritti mauroliciani appartenuto al Clavio
e almeno in parte copiato dal matematico gesuita, fa seguito nello stesso
ms. della Gregoriana un altro gruppo di cc., numerate di seguito alle precedenti
da padre Gramatowski e allo stesso modo; tali cc., di stesura più
tarda, autografe apparentemente di padre Cristoforo Griemberger, che ha
tratto copia in esse dei libri V e VI delle Coniche di Apollonio
di Perge, nella "divinazione" tentata dal Maurolico.
cc. 1r-6r |
- Primo opusc. di una serie dedicata agli strumenti astronomici,
intestato
F. M. ASTROLABIVM
Il trattatello, corrispondente in gran parte al testo analogo compreso
negli Opuscula mathematica impressi a Venezia nel 1575 (pp. 61-77),
consta, come quest'ultimo, di una prefazioncella non rubricata, nella quale
viene delineata la storia dello strumento, e da una serie di 17 proposizioni,
rigorosamente numerate con le cifre arabe 1-17, seguite tutte da corollari,
ben distinti e con i noti simboli di identificazione, e da tre scoli non
numerati.
Inc.: De Astrolabio multi tume veteres, tum recentiores scripsere.
Messehalla fabricam instrumenti huius [...];
Expl.: [...] Id nos paucis, ad Ingeniosorum satisfactionem in
hoc Enchiridio exequi conabimur: Ita ut ex hoc & fabrica, & usus
facilus lectoribus innotescat.
Nel confronto con l'analogo testo a stampa, che presenta una intitolazione
meglio corrispondente ai contenuti (De astrolabi theoria et fabrica),
va osservato che il ms. sembra meglio organizzato e diviso; l'edizione
non riporta la numerazione delle proposizioni, che si succedono le une
alle altre, insieme ai corollari senza alcuna altra distinzione che non
sia il semplice accorgimento tipografico dei capoversi. Le figure sono
più numerose nel ms. che nel testo stampato. |
cc. 6v-7r |
- Secondo opusc. della serie citata, intestato
F. M. QVADRATVM
Anche questo testo trova analogo negli Opuscula math., cit.,
pp. 48-51; nel ms. l'opuscolo consta di 11 proposizioni, numerate singolamente
con le cifre 1-11, completate infine da una serie di Aliae mensurandarum
altitudinum regulae. Iniziante con 3 figure poco elaborate e prive
di lettere e didascalie esplicative e privo altresì della breve
prefazione acefala esistente nello stampato, il ms. ha una una brevissima
prefazione che precede le "aliae regulae".
Inc.: Prop. I. // Cum per foramina lateris Quadrati inspicitur
cacumen altitudinis [...];
Expl.: [...] unde cum ex his tria nota sint, notum veniet 4um.
Il testo presenta il seguente colophon finale, inesistente nello
stampato:
His etiam praecepti uti videtur Euclides in opticis ad fastigia mensuranda;
nec non & alij Mathematici ac Geometrae, qui praxim usumque docent
Quadrantis et Astrolabij. Quae omnia sicut trivialibus magistris notissima,
& ingeniosa magis quam necessaria. Finis.
Sebbene il numero delle proposizioni risulti differente nel ms. rispetto
allo stampato (11 rispetto a 10), non si nota alcuna soluzione di continuità
nel testo; la differenza di numerazione delle proposizioni si spiega con
il salto di una cifra nell'opuscolo a stampa, nel quale la prop. 4 del
ms., pur esistente, è priva di numero ed è presentata quasi
gli editori l'avessero interpretata come fosse un testo di commento alla
(o alle) proposizione precedente.
Altra particolarità si rileva nel fatto che le "aliae regulae"
del ms., ivi inserite con una numerazione separata (1, 2 e 3) e precedute
dal simbolo di paragrafo, continuano, nello stampato, la numerazione delle
propp. precedenti, che con questa aggiunta ammontano in tutto a 13 (l'ultima
delle quali non num.).
Riguardo infine al confronto testuale, va precisato che le varianti,
piuttosto numerose, non toccano la sostanza, essendo per lo più
di carattere ortografico e linguistico. |
cc. 7v-8r |
- Terzo opusc., intestato:
F. M. QVADRANS
Si tratta di un testo breve, senza introduzione né scoli e commenti,
anch'esso presente, insieme alle "regulae sinuum" che seguono, negli Opuscula
math., cit., pp. 51-61;
Inc.: Prop.° I // Quam simplex, ac facile, tam necessarium
instrumentum fuit Quadrans [...];
Expl.: [...] Septentrionalis quidem. Si astri vel solis altitudo
maior erat, si minor, meridionalis.
Si tratta di 9 proposizioni, numerate singolarmente con le cifre I
e 2-9 (Opusc. math., cit., pp. 51-53), delle quali quelle
numm. 5-9 sono costituite da "problemi", i cui enunciati, in neretto, sono
distinti dalle "soluzioni".
La corrispondenza con il testo a stampa è pressoché totale,
presentando quest'ultimo solo variazioni di poco conto; risultano più
estese le propp. 1, 6, 7, 8, la prop. 5 presenta inoltre delle aggiunte
non presenti nel ms. |
cc. 8r-10r |
- Quarto opuscolo che è quasi un'appendice all'opuscolo
precedente, con le regole relative all'uso dei seni, così intestate:
REGVLA SINVVM.
Si tratta di 8 proposizioni, numerate singolarmente con le cifre I,
2-8 (Opusc. math., cit., pp. 53-58), corredate di accurate
figure geometriche;
Inc.: Prop. I. // Sicut in calculo, ita et lineamentis uti possumus
sinuum rectarum et versorum medio [...];
Expl.: [...] uti possumus Geometria rectarum linearum, sicut
in calculo eclipsium facere solemus. // Finis.
Dopo la prop. 7 si legge un breve scolio; a c. 10r si trova un'aggiunta
finale sul come calcolare mediante il quadrante e senza altri strumenti
il luogo di una stella.
Inc.: Per observationem Quadrantis absque alterius instrumenti
auxilio, stellae locum inquirere [...];
Expl.: [...] Atque ita neque astrolabio, neque armillarum instrmento,
ad captanda stellarum loca, indigebimus.÷
Nel corrispondente testo a stampa la numerazione delle "regulae" continua
quella delle proposizioni precedenti, risultando così numm. 10-19.
La corrispondenza tra le propp. manoscritte (scoli compresi) e quelle a
stampa, che risultano comunque in maggior numero per la presenza di almeno
6 propp. aggiuntive (Opusc. math., cit., pp. 58-61), è data
dalla seguente tabella:
ms.
|
edizione
|
note
|
1
|
prop. I,10
|
più estesa nella stampa che nel ms.
|
-
|
I,11
|
in apparenza inesistente nel ms.
|
2
|
I,12
|
poche variazioni e priva di fig. rispetto al ms.
|
3
|
I,14 [recte 13]
|
varianti
|
4
|
I,15 [recte 14]
|
-
|
5
|
I,15[num. corr. riprist.]
|
più estesa nella stampa
|
6
|
I,16
|
-
|
7
|
I,17
|
un po più estesa; qualche variante nelle parti comuni
|
scol.
|
I,18
|
led. ingloba lo scolio del ms.
|
8
|
I,19
|
Più estesa nella stampa
|
-
|
I,20
|
|
-
|
I,21
|
-
|
-
|
I,22
|
-
|
-
|
I,23
|
-
|
-
|
I,24
|
-
|
-
|
coroll. finale
|
inesistente nel ms.
|
-
|
cor.
|
-
|
|
cc. 10v-19r |
- Quinto opusc. con il Computo ecclesiastico, così
intestato:
F. M. Computus Ecclesiasticus.
Il testo, organizzato in 38 capitoli, è presente negli Opusc.
math., cit., pp. 26- dal quale si differenzia in vario modo: a)
per la non corrispondenza del num. dei capitoli (43 complessivamente, e
non numm., nell'ed.), b) per una distribuzione leggermente diversa
della materia e c) per più o meno consistenti varianti testuali.
Precede il tutto una breve prefazione di poco più che tre righe
(corrispondente, nell'ed., ad un più esteso indirizzo al lettore),
qui appresso trascritta:
De hoc negocio multa scripsere Sacrobuscus, Robertus, Campanus, Guillelmus,
Alexander, etc. Nos contenti sumus communia praecepta in isthoc Enchiridium
ita coärctasse, ut nihil ad rem necessarium omitteremus.
Ecco, prefazione a parte, l'incipit e l'explicit del
trattato:
Inc.: De temporum diuisione. Cap. 1. // Tempora mensurantur
secundum spacia motuum [...];
Expl.: [...] Et in sequenti ordine habebis, quoto die mensis
siue Martij, siue Aprilis celebrandum sit Pascha: In anno autem Bissextili
sume e duabus litteris posteriorem. / Finis.
Il raffronto tra ms. e ed. a stampa è compendiato dalla seguente
tabella:
ms. |
stampa |
note |
cap. 1. De temporum divisione |
De temporis divisione |
più esteso nell'ed. |
cap. 2. De die |
|
senza var. |
cap. 3. De Hora |
|
senza var. |
cap. 4. De Anno |
|
senza var. |
cap. 5. De Anno Arabico |
|
senza var. |
cap. 6. De Anno Aegÿptio |
|
senza var. |
cap. 7. De Anno Hebraico. |
|
- |
cap. 8. De Anno Romano. |
|
senza var. |
cap. 9. De Mense. |
|
senza var. |
cap. 10. De Kalendis, Nonis & Idibus. |
|
senza var. |
cap. 11. De motu Solis per signa. |
De ingressu Solis in signa. |
cap. 12. De Aequinoctijs, Solstitijs & 4or Temporibus. |
|
senza var. tranne che per una aggiunta finale esist. nel ms. e non
nell'ed. |
cap. 13. De Aegÿptiacis Diebus. |
De diebus Aegyptiis |
l'ed. ha una aggiunta finale assente nel ms. |
cap. 14. De Hebdomada et Planetarum dominio. |
|
senza var. |
cap. 15. De Cÿclis. |
|
senza var. |
cap. 16. De Cÿclo Solari. |
|
senza var. |
cap. 17. De Inventione Bissexti, concurrentium, & litterae. |
|
poche var. |
cap. 18. De inventione eorundem per Cÿclum Solarem. |
|
senza var. |
cap. 19. De Regularibus Solis. |
|
senza var. |
cap. 20. De Ingressu Mensium. |
|
senza var. |
cap. 21. De Inventione feriae per annos Christi. |
|
senza var. |
cap. 22. De eodem per Cÿclum Solarem. |
Aliter per cyclum solarem |
cap. 23. Regulares Solis. |
|
senza var. |
cap. 24. De Cÿclo Lunari, & eius inventione. |
De cyclo lunari, & quomodo inveniatur |
cap. 25. De Coniunctionibus Solis & Lunae. |
|
senza var. |
cap. 26. De Distributione Lunationum. |
|
idem con aggiunte finali |
cap. 27. De Dispositione aurei numeri. |
|
idem
[nel ms. i versi che contengono le rego-lette mnemoniche presentano
molte correzioni interlinea-ri e marginali, oltre che aggiunte, inesistenti
nel testo a stampa] |
cap. 28. De epacta, Et eius inventione. |
|
senza var. |
cap. 29. De Regularibus Lunae. |
|
senza var. |
cap. 30. De Aetate Lunae. |
|
senza var. |
cap. 31. De loco Lunae. |
De loco lunae in zodiaco |
cap. 32. Quantum Luna luceat. |
Quandiu luna luceat |
[breve aggiunta finale] |
cap. 33. De Clavibus festorum. |
De clavibus festorum, & earum inventione |
cap. 34. De Clavium Aequatione. |
|
senza var. |
cap. 35. De festis mobilibus Inveniendis. |
|
senza var. |
cap. 36. De institutione Paschatis. |
|
senza var.
testo più lungo per aggiunte finali |
cap. 37. De principijs Cÿclorum.
| |
il testo ms. si riconosce con le aggi-unte finali poste nel-la stampa
al cap. prec. |
cap. 38. De Cÿclo Paschali. [il cap. si con-clude con due tabelle: una a
due ingressi di feste ebraiche e cristiane e un'altra, disposta in verticale,
per la determinazione della data della Pasqua] |
|
senza var. nel titolo, il testo è completamente rimaneggiato
nell'ed., presentan-do le stesse cose del ms., diluite però in ulteriori
capitoli che nel ms. non sono individuati come tali. |
cap. 39. De dispositione temporum, & observationum |
|
- |
cap. 40. De festis novi testamenti |
|
- |
cap. 41. De distinctione temporum |
|
- |
cap. 42. De festorum |
|
- |
cap. 43. De die resurrectionis |
|
- |
cap. 44. De retrocessione aequinoctiorum |
|
- |
cap. 45. De horis canonicis |
|
- |
|
cc. 19v-21r |
- Sesto opusc. mauroliciano così intestato:
In Theoricas Planetarum
Annotationes F. M.
Come lascia indovinare il titolo e, ancor più, il contenuto,
si tratta di un commento alle celebri teoriche dei pianeti del Peurbach.
Il trattatello, che non mostra parentela con nessuno dei testi compresi
negli Opuscula math. del 1575, né con altri all'interno del
corpus di mss autografi, consta di una prefazione acefala (c. 19r),
riprodotta qui appresso, da cui si desume ampiamente la natura dello scritto,
e da una serie di 18 paragrafi non numerati, ma distinti ciascuno con il
simbolo di paragrafo.
[prefazione]
Poterat author ab Astronomiae principijs exordium sumere, hoc est proponere,
ac paucis ostendere, coelum esse sphaericum, eiusque motum circularem;
terram in medio mundi sitam; et firmamento collatam quasi punctum esse;
Atque localem motum non habere; Motusque coelestes in duplici differentia
constitui. Poterat numerum ordinemque coelorum simul breviter explicare.
Item quo pacto Astronomi I.m maximam zodiaci declinationem solisque
motum. Mox ex eclipsibus lunae locos, inde stellarum fixarum motum, deinde
reliquum planetarum ad Solem colligantiam, motusque tam longitudinis quam
diversitatis deprehenderint; Tandemque regressionum, ac latitudinum varietates.
Imi totum Ptolemaicae compositionis magnae negocium in compendium perstringere.-
Verum non fuit eius intentio alia, quam motus secundarios astrorum tam
in deferentibus, quam in epicÿclis exponere, ac terminos ad tabularem
calculum pertinentes definire. Unde tota ratio calculandi secundarios motus,
et canonum in Alphonsinas tabulas contextus ex his Theoricis dependet,
intelligitur, atque conficitur. Adde his, quod Atsronomiae studiosi non
poterant aliter advertere atque cavere simul errores, quos Gerardus Cremonensis,
veterum Theoricarum author admiserat: Quos & disserendo confutavit
Joännes Regimontius Georgii Purbachij huius nostri authoris discipulus,
sicut magistro suo non inferior, ita inter nostrorum temporum Mathematicus
prestantissimus.
Nos igitur in hoc opusculo non solum utili, sed studiosis necessario
nonnulla studiosis huius speculationis consideranda breviter adnotabimus.
Inc.: Poterat author ab Astronomiae princpiis exordium sumere
[...];
Expl.: [...] quae apud augem deferentis; & maximas quae
in opposito sunt.÷ / Finis.÷ |
cc. 21v-24r |
- Settimo opuscolo mauroliciano con i Problemata de iride
già editi in calce ai Photismi de lumine et umbra & Diaphanorum
partes seu libri tres (Napoli, 1611) ed ancora nei Problemata mechanica
(Messina, 1613) dello stesso autore; il testo presenta il titolo che segue:
F. M. Super Optico negocio Et Iride Problemata.
Il testo, privo di introduzione, consta di 25 proposizioni non numerate,
ma distinte con capoversi e con l'uso di inchiostro neretto per le prime
parole delle stesse. Niente variazioni di rilievo rispetto al testo a stampa,
tranne che per l'esistenza nel ms di una rappresentazione schematica dell'iride,
con la distinzione dei quattro colori principali.
Inc.: Quaenam sunt partes Perspectiuae? Nonne 4.or
quarum 1.a de visu Et visibilibus [...];
Expl.: [...] Ad summam (ut in principio dixeram) cum inter considerationes
Perspectiuae obscurissima sit ea, quae de diaphanis agitur: tum ea, quae
de Iride maxime difficilis est.
Il testo si conclude con il seguente colophon:
Haec habui, quae super hoc, quantum ingenium meum valuit, elaborare
possem. Neque de his plura discusseram in 2a parte libelli mei
de Diaphanis.
Sed in Indice quodam operum Magistri Andreae Stiborij mentio fiebat
de libro quodam demonstrativo super Iridis Theoria, & absoluto. |
cc. 24v-25r |
- Ottavo opusc. così intestato:
F. M. Super Motu octauae sphaerae.
Il testo corrisponde grossomodo ad un capitolo del De Sphaera liber
unus, trattato compreso negli Opusc. math. del 1575, e precisamente
alle pp. 23-24. Diversamente che nella stampa, che riesce succinta, priva
di figure geometriche, il ms. si presenta meglio ordinato nella sua ripartizione
interna, corredato di figure geometriche ottimamente delineate ed è
più esteso che l'ed. a stampa.
Per ciò che concerne la disposizione del testo, si nota una
prefazione, rubricata con il titolo, in neretto Ex numero motuum arguitur
numerus coelorum, due paragrafi accompagnati da due figure rispettivamente
dedicati alle teorie di Thebit ibn Qurra e Alfonso di Castiglia ed un lungo
brano finale di commento, dovuto allo stesso Maurolico, che discute i due
autori e i commentatori (Regiomontano, Bianchini, ecc.) fino alla propria
epoca.
Inc.: Ex numero motuum arguitur numerus coelorum. Itaque certum
est luminaria, & erraticos quinque singulis motibus delatos [...];
Expl.: [...] Deinde exequitur traditione Thebitij, quam ipse
in libello de suppositione sua, super motu 8.ae sphaerae, posteris reliquit.
Nec in re tam dubia reliquas antiquorum opiniones omittit. // Finis. |
cc. 25v-29r |
- Nono opuscolo così intestato:
F. M. Boëtianae Musicae Compendium.
È un testo strettamente apparentato con la Boetianae musicae
epitome compresa negli Opuscula math., cit., pp. 145-149; consta
di una prima parte (cc. 25v-27r) con 51 proposizioni, non numm., ma distinte
con i capoversi e l'uso del grassetto:
Inc.: Musicam non modo speculationi, aut modulatui, verum etiam
moralitati conducere [...];
Expl.: [...] Licebit ergo & Musicis has vocum qualitates
(quando à corporea quantitate ortum habent) proportionalibus determinare
numeris.
Segue (cc. 27r-28r) una
Repastinatio & Appendix
Comprensiva di 24 proposizioni non numm. e distinte allo stesso modo
delle precedenti;
Inc.: Caetera, quae tractat Boëtius, uersantur circa interualla,
& proportiones uocum, & sÿmphoniarum [...];
Expl.: [...] Constat autem totum Icosichordum ex 14. Tonis,
& 5. diesibus.
Segue (c. 28v) uno schema dello Icosichordum Guidonis, compreso in
un riquadro rettangolare; tale schema non è dissimile da quello
a stampa.
Segue ancora (cc. 28v-29r) una serie di proposizioni rubricate sotto
il titolo:
Octo modulatuum, siue tonorum proprietates.
Inc.: Tropi sunt 4.or Protus. Deuterus. Tritus. Tetradus.
Quorum singuli continent duos tonos [...];
Expl.: [...] Octauus tristes ac lentos excitat, suauis, moratus,
deprecatiuus, aptus ad implorandum, agit de rebus profundis, de contemptu
inferiorum, de coelestibus rebus. // Finis. |
cc. 29v-31v |
- Decimo opuscolo così intestato:
F. M. Breuis Epitome in Almagestum Ptolemaei.
Si tratta di 13 capitoletti, tanti quanti i corrispondenti i libri dell'Almagesto,
privi di prefazione o introduzione, strettamente connessi all'autografo
mauroliciano del medesimo opuscolo, esistente tra i mss. parigini;
Inc.: In .I. // In prologo ait speculationem diuidi in tria
genera secundum Aristotelem, scilicet naturale, Mathematicum, ac Theologicum
[...];
Expl.: [...] Nam Venus & Mercurius in auge epicycli Lunam;
In opposito superiores imitantur.- // Finis. |
cc. 32r-31v |
- Undecimo opuscolo, con la copia, probabilmente di mano
del Griemberger (v. supra), della "restitutio" mauroliciana dei
libri V e VI delle Coniche di Apollonio; il materiale è distribuito
come segue: |
c. 32r |
- La "restitutio" mauroliciana, priva di una propria intestazione,
comincia con un indirizzo al lettore.
Inc.: Lectori. // Ex 8 Conicorum libellis quos Apollonius ad
Eudemum scribens pollicetur, quatuor hosce, qui ad nos peruenerunt, multo
[...];
Expl.: [...] Tu autem quisquis es, Ingeniose Lector, uiue, uale.
Si quid nouisti rectius istis Candidus imperti: si non hisce utere mecum. |
cc. 32v-46v |
- Ricostruzione del libro V (sono 2 fascicoli di 8 cc. ciascuno),
intestato:
Apollonij Pergaei Conicorum Elementorum
liber Quintus.
Inc.: I // Quarum sectionum Conicarum, eiusdem nominis, eundem
axim, eandem diametrum, eundemque uerticem habentium [...];
Expl.: [...] per 13 huius peripheriam circularem AEB fieri intra
Ellipsim AGB. Omnis tamen apud B se inuicem contingere. Et haec fuerunt
demonstranda.
Consta di 30 `propositiones', con scholia e corollari, senza definizioni. |
cc. 47r-47v |
bianche |
cc. 48r-55v |
- Ricostruzione del libro VI (sono 3 fascicoli di 8 cc.
ciascuno, il terzo dei quali è collocato dopo un altro testo del
Griemberger sugli analemmi), intestata:
+
Apollonij Pergaei Conicorum
Elementorum
Liber Quintus.
Inc.: Definitiones // Similes conicae sectiones sunt, in quibus
axium segmenta diametris proportionalia ordinate ductas [...];
Expl.: [...] per 13 huius peripheriam circularem AEB fieri intra
Ellipsim AGB. Omnis tamen apud B se inuicem contingere. Et haec fuerunt
demonstranda.
Il testo è preceduto da 2 defin izioni non rubricate e non numerate,
alle quali seguono 16 `propositiones', numerate con cifre romane I-XVI
(i primi due fasc. di cui supra) + le rimanenti 14 numerate esse pure con
cifre romane XVII-XXX (poste nel terzo fasc.).
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