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3.9  Annotazioni dell'editore

L'apparato di annotazione finale consisterà di tre parti. Un apparato puramente testuale, in cui si dà conto delle operazioni compiute dall'editore sul testo (di esso diremo nei due prossimi capitoli); un apparato di fonti (gestito essenzialmente dalla macro \Cit); e infine un apparato di annotazioni dell'editore. Tali annotazioni dovranno essere il piú possibile fattuali, in nessun caso interpretative del testo. Si dovrà ricorrere a tale tipo di annotazione unicamente quando essa risulti indispensabile per la comprensione del testo. Si potrà trattare, ad esempio, del rinvio ad un altro passo dell'opera mauroliciana, a quella di un altro autore non citato nel testo, al chiarimento di un termine incomprensibile utilizzando preferibilmente un rinvio a un lessico.

Per quest'ultimo tipo di annotazione l'editore dovrà ricorrere alla macro

\Adnotatio{}

Fra le parentesi andrà ovviamente inserito il testo dell'annotazione.

Occorrerà far attenzione a non confondere i vari tipi di note che possono essere prodotti dal Mauro-TEX. L'editore e il trascrittore hanno infatti a disposizione \Comm (per commenti che in ultima analisi non dovranno piú comparire); l'editore dispone inoltre di \Adnotatio che, a differenza di \Comm produrrà un testo che entrerà a far parte dell'edizione critica. È ovvio che \Adnotatio è una macro riservata all'editore; e anche nel caso che editore e trascrittore coincidano nella stessa persona fisica dovrà essere usata con molta prudenza. In prima istanza, fin quando non si è assolutamente sicuri di ciò che si fa, bisogna usare sempre \Comm.

Nel capitolo 9 si vedrà un'altro tipo di nota, \footnote, riservata ai casi disperati in cui le risorse normali dell'Mauro-TEX sembrano non poter risolvere la situazione.





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