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3.4.2  Corsivi, neretti e greco

Come si è già visto, per ottenere che un testo venga scritto in corsivo o in nero, basta racchiuderlo fra parentesi graffe, facendolo precedere dal comando \it o \em per il corsivo, dal comando \bf per il nero. Importante è anche il comando \sl che produce una specie di ``tondo inclinato'' e il comando \rm che si usa quando in un testo che non è in tondo si vogliono far apparire alcuni caratteri in tondo. Le seguenti frasi, ad esempio:

Questo è il corsivo.

E questo il tondo inclinato.

Questo è il nero.

E questo è un po' corsivo, un po' tondo inclinato e un po' tondo normale.

si ottengono cosí:

{\it Questo {\`e} il corsivo.}
\par
{\sl E questo il tondo inclinato.}
\par
{\bf Questo {\`e} il nero.}
\par
{\it E questo \rm{{\`e} un po'} corsivo, un po'
{\sl tondo inclinato} e {\rm un po' tondo normale}.}

Un modo alternativo (e piú omogeneo al resto dello stile della sintassi) per ottenere lo stesso risultato è quello di usare i comandi \textit{}, \textsl{}, \textbf{}:

\textit{Questo {\`e} il corsivo.}
\par
\textsl{E questo il tondo inclinato.}
\par
\textbf{Questo {\`e} il nero.}
\par
\textit{E questo \textrm{{\`e} un po'} corsivo, un po'
\textsl{tondo inclinato} e \textrm{un po' tondo normale}.}

Il carattere di default è il tondo (\rm o \textrm), quindi non è necessario dichiararlo a meno che non ci si trovi all'interno di un altro carattere. I due caratteri piú importanti sono lo \sl o \textsl e il \it o \textit (questi ultimi due comandi sono essenzialmente equivalenti a \em o, rispettivamente, \textem). Infatti nell'apparato testuale le lezioni riportate in nota vanno in tondo; i commenti editoriali in tondo inclinato (\sl) e le lettere denotanti grandezze matematiche o astronomiche in corsivo (\it) (vedi però piú avanti, § 3.6.1). In corsivo andranno anche le citazioni di opere che, occasionalmente, ci si troverà a dover fare nell'apparato (cfr. § 3.5.4). Di norma, è il Mauro-TEX a gestire tutti questi cambi di caratteri; si possono però dare situazioni eccezionali in cui l'editore si troverà costretto a intervenire manualmente (cfr. § 6.1.3 e § 9.2).

Per quanto riguarda il greco si deve invece usare il comando \GG{}. Le lettere greche vengono trascritte secondo la seguente tabella:

a = a b = b g = g
d = d e = e z = z
h = h q = q i = i
k = k l = l m = m
n = n x = c o = o
p = p r = r s = s
t = t u = u f = f
c = x y = y w = w

per le minuscole e per le maiuscole (per scrivere Q, ad esempio, basterá quindi battere Q). Il programma provvede da sé a distinguere fra il sigma interno alla parola (s) e il sigma finale (s). Per altri caratteri meno usati la codifica è la seguente:

v = digamma

k+ = koppa

s+ = sampi (solo minuscola)

Per gli accenti, spiriti, e dieresi, la codifica è:

spiriti: ) e (

accento acuto: '

accento grave: `

accento circonflesso: =

iota sottoscritto: |

dieresis dopo u o i: +

Si osservi che, quando si utilizza il greco, gli accenti e gli spiriti vanno collocati dopo la lettera cui si riferiscono, e non prima come si fa normalmente in TEX. Quindi per ottenere Lógos si dovrà battere

\GG{Lo'gos}

lambdaomicrongammaomicronsigma



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