6.1.3 Interventi congetturali dell'editore basati su testi paralleliPotrebbe accadere che un certo luogo di un testo risulti corrotto, o per errori dei copisti, o per una svista di Maurolico stesso; e che, ciò nonostante, esso sia emendabile ricorrendo a un altro testo di Maurolico in cui il nostro autore dice la stessa cosa. L'esempio piú evidente è costituito dalla Cosmographia latina e dai Dialoghi tre della Cosmographia. Si tratta di due testi senz'altro diversi: composti in date diverse, con larghe porzioni che differiscono e scritti per di piú uno in latino, l'altro in italiano. Tuttavia in molti punti sono grosso modo sovrapponibili. In situazioni di questo genere si può dire che questi due testi costituiscono un testimone ``improprio'' uno dell'altro. Se dunque l'editore della Cosmografia (A= copia settecentesca dei Dialoghi tre della Cosmographia) s'imbatte in un passo corrotto e privo di senso:
potrà consultare il testo della Cosmographia pubblicato a Venezia nel 1543 (Z), dove troverà:
Converrà allora che la sua correzione si appoggi sull'autorità del parallelo testo latino e che scriva:
dove il coll. sta per collata, ovvero: ``ho corretto io in `terra' il `torre' di A, ma sulla base di ciò che è scritto nell'edizione di Venezia del 1543, Dialogo primo, carta 17v, riga 34''. Si noti poi che si cita l'opera esplicitamente (la Cosmographia) e non il testimone (Z) dato che ciò che qui interessa è il testo parallelo su cui si basa la congettura. Quando poi sarà disponibile l'edizione suddivisa in paragrafi della Cosmographia latina, la nota dovrà diventare:
rimandando cioè alla nostra edizione di questo testo (indicata con la sigla Cosm.), dialogo I, paragrafo 101. Per ottenere questo basterà scrivere:
dove si noti il cambiamento di carattere dal tondo inclinato (che viene prodotto automaticamente) al corsivo per scrivere Cosm. (\textit{Cosm.}). Ovviamente, per ottenere il primo dei due esempi si sarebbe dovuto scrivere:
(Si noti l'uso della macro \Tit per ottenere che il titolo dell'opera compaia in corsivo: cfr. § 3.5.4.) Nel caso dell'esistenza di testi paralleli, si potranno trattare in modo simile anche i casi delle lacune piú o meno estese (cfr. § 6.3.2)
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