3.3.1 Quando il trascrittore non sa leggereUn caso particolarmente importante in cui il trascrittore dovrà utilizzare \Comm è quello in cui, a causa di difficoltà ``soggettive'', non gli riuscisse di leggere il testo del testimone che sta trascrivendo. Con ``difficoltà soggettive'' intendiamo situazioni per cui il trascrittore non riesca a sciogliere un'abbreviazione, la parola che dovrebbe trascrivere si trova nascosta dalla rilegatura del codice e non può essere letta utilizzando un microfilm, il microfilm di cui dispone rende difficoltosa la decifrazione della testo e simili; situazioni cioè in cui la difficoltà risiede o nelle capacità del trascrittore o nella scarsezza dei mezzi di cui questi dispone. Provvederà a segnalare la cosa all'editore inserendo al posto della lezione per lui indecifrabile la macro
(lacuna soggettiva) che stampa tre asterischi (***) nel testo trascritto, facendola seguire immediatamente da un commento in cui si spieghi la natura del problema. Ad esempio, se il testimone (A) da cui trascrive recasse il seguente testo:
dove il indica che il trascrittore si trova di fronte ad una delle situazioni elencate qui sopra, darà conto del problema nel seguente modo:
Starà poi all'editore cercare di capire l'abbreviazione, recarsi a Vladivostok (dove è conservato il testimone A) per leggere ciò che è nascosto dalla rilegatura del codice, ordinare alla biblioteca di Vladivostok un nuovo microfilm, consultare un paleografo di fama: insomma fare tutto quanto è in suo potere per riuscire a leggere il luogo. Se poi, nonostante tutte queste fatiche, il luogo rimanesse indecifrabile, rimandiamo lo sfortunato editore al capitolo 9 (§ 9.1) in cui si parla dei modi con cui affrontare i casi eccezionali. Diverso (e molto!) è il caso in cui il trascrittore non riesca a leggere per motivi oggettivi (ad esempio perché c'è un foro nella carta). Per come regolarsi di fronte a questo genere di problematica si veda il capitolo 4 (§ 4.4).
|