0.2 La tradizione di un testo e la sua edizione
Per evitare confusione nel seguito sarà opportuno chiarire
fin d'ora alcuni termini che useremo assai frequentemente.
Un testo --- cioè un'opera letteraria o scientifica come pure
una scrittura privata o documentaria --- può essere giunto
sino a noi per tradizione diretta o per tradizione indiretta.
Si parla di tradizione diretta quando possediamo uno o piú
manoscritti o libri a stampa espressamente destinati a
tramandare il testo in questione. Tali manoscritti e libri a
stampa sono dei veri e propri testimoni che possono
riprodurre il testo in una forma piú o meno vicina
all'originale dell'autore.
La tradizione indiretta è costituita invece da tutte quelle
opere che del testo considerato riportino citazioni o
estratti.
Tradizione diretta e tradizione indiretta possono
coesistere o meno: di certe opere abbiamo solo testimoni
diretti; altre ci sono tramandate solo dalla tradizione
indiretta e in forma frammentaria; di altri testi, infine,
possediamo uno o piú testimoni diretti insieme a saltuarie
citazioni di altri autori.
Se di un testo non si possegga l'originale nella forma
definitiva voluta dall'autore, tale originale deve essere
ricostruito sulla base della tradizione superstite (diretta
e indiretta). Poiché nessuna copia di una certa estensione
è esente da errori o corruttele testuali, compito
dell'editore è quello di restituire un testo il piú vicino
possibile all'originale (costituzione del testo). A questo
scopo egli deve:
collazionare (cioè leggere, trascrivere e
confrontare) i diversi testimoni e, sulla base delle loro
``coincidenze in errore'', stabilirne le relazioni reciproche,
provvedendo eventualmente ad escludere quelli che risultino
copie o apografi di altri testimoni (antigrafi)
conservati, e procedendo a individuare la forma o le forme
piú antiche di trasmissione del testo (recensio);
valutare le differenze testuali (varianti) che in
questo o quel punto del testo i diversi testimoni presentano
e procedere alla scelta o selezione delle lezioni da
accogliere e da respingere;
esaminare il testo tradito individuando eventuali
passi corrotti in tutta la tradizione e, ove possibile,
correggerli o ``emendarli'' per via congetturale.
Poiché il lavoro di ricostruzione delle relazioni
fra i testimoni, di selezione delle varianti, e di
valutazione ed emendazione del testo tràdito si basa sul
giudizio dell'editore, egli deve dar conto delle sue
scelte al lettore, permettendogli di ripercorrere a ritroso
il cammino da lui compiuto. A questo scopo l'editore correda
il testo di un'introduzione dedicata a presentare i
testimoni e le loro reciproche relazioni, nonché di un
apparato di note (o apparato critico) destinato a
registrare le varianti di tutti i testimoni che non
risultino copia di altri testimoni conservati.
L'edizione di un testo allestita secondo questi criteri
prende il nome di edizione critica.
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