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10.5  Il ``Conspectus siglorum'' e il Mauro-TEX

10.5.1  Trascrizione e collazione

Come ci si deve comportare, in pratica, quando si procede alla trascrizione o all'edizione di un testo afferente all'edizione mauroliciana? Il primo passo è quello di individuare il testimone che si sta utilizzando all'interno della lista fornita nel paragrafo precedente. Se si tratta di un autografo, nel primo sottocampo di \VV si batterà una A, se di una copia una C, se di una stampa una S. Per quanto riguarda le eventuali mani presenti nel testimone e gli interventi correttori ci si atterrà al sistema di esponenti descritto nel capitolo 5 e in modo piú specifico qui sopra.

Le cose si complicano leggermente quando si debba procedere alla collazione di piu' testimoni. Come già detto qui sopra, tuttavia, nel caso ci si trovi di fronte a due autografi (o a due apografi, o a due stampe) si batterà per il secondo autografo una a (o una c o una s). Allo stato attuale delle nostre conoscenze non esistono casi di di testi mauroliciani in cui si debba far ricorso per costruire il testo critico a piú di due testimoni dello stesso tipo. Ma tutto è possibile. In particolare, il trascrittore che procede a collazionare i testimoni potrebbe trovarsi di fronte al caso di molte copie dello stesso testo. È questa la situazione in cui ci si trova per l'edizione del Teodosio e del Menelao mauroliciani: ma dagli studi condotti fin qui già sappiamo che si tratta di codices descripti, e quindi da eliminare. Tuttavia per vari motivi potrebbe essere opportuno procedere ad una loro collazione completa: o perché solo da tale collazione si può ottenere la dimostrazione del fatto che essi sono da eliminare, o perché si vuole comunque poter ricostruire il testo di tali testimoni, o anche perché potrebbe trattarsi di un testimone non finora studiato e quindi portatatore di novità rispetto alle regole e alle procedure enunciate in questo capitolo.

In tal caso, lo sfortunato trascrittore utilizzerà nel primo sottocampo di \VV la lettera C seguita da uno o piú punti esclamativi a secondo che si tratti della terza, della quarta copia ecc. Ad esempio, nel caso del Teodosio, disponiamo di S4, C8, C4, C5, C11 e C12. Ove si voglia procedere a una collazione completa di tutta la tradizione si userà il seguente schema:

S4 = S   C8 = C   C4 = c
C5 = C!  C6 = C!! C11= C!!! C12 = C!!!!

scrivendo, ad esempio:

polus arcus \VV{
               {S:$ab$}
               {C:$ac$}  
               {c/C!:\EX{$kl$}:$ab$}
               {C!!/C!!!/C!!!!:$kl$} 
               } erit $h$

trattando C!, C!!, ecc. come se fossero sigla composti da un unico segno e quindi facendoli seguire da un numero per indicare le eventuali mani. Nell'apparato del testo critico il C! verrà reso come C*; il C!! come C**; C!2 (intervento correttivo di una mano diversa da quella del copista di C5) come C*2, ecc.



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