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4.3.2  Omissioni in lacuna

Per ``omissioni in lacuna'' intendiamo il caso in cui un testimone omette una o più parole, lasciando però uno spazio vuoto. Potrebbe darsi che nell'esempio di prima C avesse sí omesso la parola coni, ma lasciando uno spazio vuoto. Il risultato dovrebbe allora essere:

a vertice coni1
1coni A   canis B   spatio relicto om. C

dove ``spatio relicto om. C''= ``spatio relicto omisit C'', ovvero ``C ha omesso lasciando uno spazio [bianco]''. La macro relativa è:

a vertice \VV{
             {A:coni}
             {B:canis}
             {C:\OMLAC}
             }

cioè nel terzo campo si scrive C:\OMLAC, dove \OMLAC è una macro che produce ``spatio relicto om.'' nel luogo e con i caratteri opportuni. Naturalmente se fosse stato B ad omettere in lacuna si sarebbe scritto B:\OMLAC ecc.

Si noti che in questo modo si potrà recuperare il testo dei vari testimoni, ma solo in forma ``diplomatica'': vale a dire se C non ha scritto coni, coni non si troverà scritto nemmeno nel testo di C che si potrà produrre dalla nostra edizione. Non ci sembra che ciò presenti particolari svantaggi: semmai il contrario, perché restituirà il testo del testimone nella sua veste ``storica'' cioè per come esso è stato utilizzato storicamente (questo vale soprattutto per i testimoni a stampa).

Se però C omette in lacuna sarà opportuno che nel testo di C venga segnalata la presenza dello spazio lasciato bianco: allora la macro \OMLAC provvederà a stampare tre asterischi (***) al posto della parola mancante. Si tenga conto, inoltre, che il lettore interessato avrà sempre e comunque a disposizione il testo critico.



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