4.2.5 Ordinamento delle varianti in apparato
L'esempio precedente mostra anche come l'editore può
procedere ad ordinare le varianti in apparato. Per esempio,
potrebbe voler disporle in ordine di allontanamento crescente
dal testo critico. La cosa andrebbe dunque scritta in
questo modo:
\VV{
{A: aequales}
{C: aequates}
{B: equites}
}
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inserendo C nel secondo campo e non nel terzo.
Se invece decidesse (dichiarandolo opportunamente
nell'introduzione alla sua edizione) di dare sempre le
varianti secondo un ordine fisso dei testimoni (ad esempio
ABC) gli basterebbe invertire l'ordine dei due ultimi campi.
Riassumendo:
il primo campo di \VV riporta sempre
la lezione di TC, che in esso compaia una * o il siglum di un testimone; i campi
successivi riportano le lezioni degli altri testimoni e
saranno stampate in
nota secondo l'ordine di inserimento (e non secondo
un'ordine precostituito dal Mauro-TEX).
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