Chapitre 2
Compiti dell'editore2.1 I rapporti tra i testimoni
Anche per l'opera di Maurolico --- che pure è
costituita per la gran parte da autografi o da stampe di cui
non sono noti manoscritti --- si danno casi in cui la tradizione
ci ha consegnato i suoi testi per mezzo di diversi
testimoni (manoscritti autografi, copie, edizioni a stampa).
Il lavoro proprio dell'editore inizia nel momento in cui
riceve dal trascrittore un testo completamente collazionato
e in cui siano riportate tutte le varianti fra i vari
testimoni.
Il primo compito dell'editore è quello di stabilire i
rapporti fra i vari testimoni, sia sulla base di quello che
sa della loro storia, sia attraverso lo studio delle
varianti testuali fra i testimoni stessi. Questo lavoro
permetterà di stabilire, ove sia il caso, i rapporti di
dipendenza fra i vari testimoni e l'archetipo da cui essi
dipendono.
Prendiamo il Teodosio, ad
esempio: disponiamo di un'edizione a stampa, di un
manoscritto probabilmente coevo, di vari manoscritti
seicenteschi. L'editore, confrontando questi testimoni può stabilire
se sono copiati l'uno dall'altro, e stabilire dei rapporti
di parentela (genetici). In questo caso, sembrerebbe che
tutti i manoscritti siano stati copiati dall'edizione a
stampa, di cui riportano gli errori aggiungendovene altri.
In un caso simile i manoscritti possono essere eliminati
(eliminatio codicum descriptorum) e l'editore del Teodosio potrà allegramente procedere all'edizione solo
sulla base del testo a stampa che risulta essere l'archetipo del'intera tradizione.
Casi piú complessi sono quelli degli Arithmeticorum
libri, dell'Ottica, dell'Apollonio; piú
semplici quelli dell'Archimede (solo una stampa) o della
gran parte dei testi euclidei (solo un autografo per
ognuno).
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